Arrriva l’estate e questa sembra una buona giustificazione per far proliferare donne nude in ogni dove. Non è il nudo in se che mi scandalizza ma l’uso che se ne fa di questo, prima di esso del trattamento di chi lo possiede, la donna.
Non venitemi a dire che è obbligatorio tappezzare città come Milano ecc.. di donne in bikini con la scusa che si sta pubblicizzando un prodotto. Anche la televisione di adegua alla grande. Aumentano le pubblicità dove fanno sentire importante la donna solo se ha una 40 o una 38 pr indossare il costume da bagno dicesi "prova costume" (questo nell’uomo non accade eppure grassi ce ne sono a bizzeffa). Ora mi chiedo: valiamo così poco nell’immaginario maschile o nella società? Se non lo facciamo venir duro a qualcuno non siamo prese in considerazione? E’ vergognoso che siamo solo oggetti per dare piacere agli uomini, dove è più importante il loro piacere che la nsotra dignità e il nostro rispetto trattate da bambole gonfiabili o galline.In estate proliferano purtroppo progammi dove mostrano nudi di donne (anche in prima serata con inquadrature voyeuristiche e favoreggiamento dela prostituzione, bella cosa si incoraggia la violenza sulle donne, rivolto al maschile dove le donne non sono libere ma sono solo merce! Questo è lucignolo:
Norma Rangeri per Il Manifesto: "Siccome di tette e culi in tv se ne vedono pochi, ci voleva un programma che aumentasse la dose, magari in prima serata, magari per catturare l’attenzione di un pubblico giovanile, al quale fosse casomai sfuggito qualche quarto di donna. E’ ricominciato Lucignolo".
Mirella Poggialini per Avvenire: "Non ci piace Lucignolo. Per l’assemblaggio furbetto di colori e immagini da clip che non significano nulla; per la voce melliflua che sottolinea ciò che si vede e vuol convincere con untuoso fervore; per il tono saputello di ‘sappiamo bene cosa volete!’ che sottolinea le foto più ardite di belle ragazze dall’espressione stolida e invitante; per la scelta di temi e di immagini in cui l’apparente deprecazione di problemi sociali diventa esaltazione delle loro offerte trasgressive. Come nel caso della prostituzione, tema oggi caro a ogni rete, tema che incomincia deprecando e si svolge invece mostrando e suggerendo. Si incomincia sempre con il biasimo per le donne schiavizzate e si prosegue con la dimostrazione del loro ‘lavoro’ e di quanto e come esse offrono, come in un’accorta campagna pubblicitaria che non può che suggestionare".
Mariano Sabatini per Metro: "Bell’esempio di giornalismo androginecologico. Melita la diavolita si occupa di rifiuti a Napoli ma ci tiene a chiarire che le sue non sono tette di plastica riciclabile; un tizio intervista Belen Rodriguez e le chiede di una pomata per la candida che avrebbe provocato un’accusa di doping a Marco Borriello; Alfonso Signorini per Radio Serva spara lo scoop sulle dimensioni di Luca Toni e due scalmanate fanno lo strip sul campo di Coverciano. Un programma monomaniacale".
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