Loredana Lipperini: Il rosa, l’azzurro e molti dati

Ho ancora lo zaino buttato sul tavolo, ma ho voglia di raccontare quel che ho ascoltato questa mattina a Firenze, convegno Il rosa e l’azzurro. Relatori eccezionali, mi mangio le mani per non essere potuta restare fino a stasera.
La mostra, anzitutto: qui trovate un assaggio delle pubblicità selezionate. Indimenticabili quella delle poste svizzere (”Metti il tuo pacco in buone mani“) e quella di una virile bevanda (”Fatti la cubana“).
Gli interventi. La mia vecchia amica Rossella Castelnuovo, giornalista scientifica, ha indagato su giornali maschili e femminili. Qualche dato. Quotidiano più letto dagli uomini: La gazzetta dello sport, dalle donne, La Repubblica e, a seguire, le edizioni locali. Settimanale più letto dagli uomini e dalle donne, Tv sorrisi e canzoni. A seguire: per i maschi Panorama e L’espresso, per le donne Donna moderna e Chi. Mensili. Per gli uomini: Quattro ruote, Focus, Al volante, In sella. Per le donne Focus, Starbene, Cose di casa, Cucina moderna. Con l’eccezione di Focus, regge la vecchia distinzione che vuole per i maschi  i “giocattoli” (auto e moto e pc), tutti forieri di spazi esterni e presunta libertà, e il recinto domestico per le donne. Fra i settanta settimanali più diffusi, quattordici sono femminili, zero i maschili. In calo drastico i quotidiani, comunque, in crescita aggressiva la “free press”.
Ancora: nei giornali femminili, maree di pubblicità, assenza dei grandi temi (aborto, fecondazione assistita) con un’unica eccezione (Donna moderna) che riguarda la violenza sulle donne. I toni sono conservatori e consolatori e vertono sulla triade antica, con un ritocco: sesso, soldi, e la salute al posto del sangue. A proposito della medesima: per le donne la salute viene trattata, nei settimanali in questione, come l’equivalente della bellezza; per gli uomini, della forza e della potenza.

Non basta?

Prende la parola Norma Rangeri, la critica televisiva de Il Manifesto. La definizione di “colf in lingerie” a proposito della presenza femminile sul piccolo schermo è impeccabile. Di più. Nel 60% dei casi la donna televisiva è giovane o giovanissima. Solo nel 4,8 è anziana. Nel 31% dei casi le donne sono presenti per parlare di moda. Nel 14% per parlare di violenza fisica. O pin up o stuprata, ha sintetizzato Norma. Ancora. Secondo una ricerca recentissima dell’Osservatorio di Pavia, l’aumento del numero delle giornaliste televisive non corrisponde ad una magior presenza delle donne intervistate. Non esistono conduttrici over cinquanta. Ah, giusto, e la fiction? La centralità femminile esiste, per il 77% dei casi, ma si parla di emancipazione, contraddizioni, normalità della persona solo nel 6%. Del resto, le protagoniste sono il 38% contro il 61% degli uomini.

Infine.

Prima di riprendere il treno, una chiacchierata a tavola con la mitica Linda Laura Sabbadini dell’Istat. Assaggio dell’intervento che non avrei sentito: negli ultimi quindici anni le differenze nella cura di casa e famiglia hanno effettivamente avvicinato un poco le donne e gli uomini. Ma sapete perchè? Perchè in quindici anni le donne hanno sottratto un’ora del proprio impegno nella pulizia della casa per spostarlo sulla cura dei figli. Gli uomini hanno aumentato il loro: di un minuto.

Meditare, per favore.

Ringraziamo gentilmente Loredana Lipperini per averci concesso la pubblicazione del suo articolo.

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4 Responses to Loredana Lipperini: Il rosa, l’azzurro e molti dati

  1. morgane says:

    Grazie! Visto che si parla di stereotipi ho creato qualcosa in stile anni 50, quando si pensava che la massima aspirazione per una donna fosse avere il frigorifero. 🙂

  2. rosa says:

    wow complimenti x la grafica!! 6 un mito!!! 🙂

  3. Morgane says:

    @ dsk: dobbiamo continuare a darci da fare, fare contro informazione, manifestare, cambiare il nostro stile di vita, pensare con la nostra testa, viaggiare,e per far valere i nostri diritti, far sentire la nostra voce.

    A presto!
    Morgane

  4. dsk says:

    un paese-caricatura, ogni luogo comune idiota è vero. come dissociarsi da una realtà del genere?

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